BACKGROUND SEEK

"Director's Cut" ovvero come sarebbe stato il nostro BG se fossimo rimasti su Venus....

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  1. Michaelangelo
     
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    PROLOGO

    Quella mattina di fine estate l'oceano di Archavion era una distesa d'acqua calma ed invitante.
    Perrin Aybara, affacciandosi dalla sua camera, pensò alle strane voci che si succedevano nel continente... di recente uno stato di inquitudine aveva preso a turbare le sue notti, che passavano insonni...
    Si decise infine a dare seguito al suo intento. Il perduto galeone degli Esploratori, la "Revenge", sottratto da un dio malvagio al controllo dei suoi uomini, doveva tornare nelle sue mani.
    Da tempo lui ed i suoi uomini, gente di ogni razza uniti dalla passione per l'avventura ed il pericolo, si erano mollemente dedicati ai frutti dei loro sforzi, gustandosi gli agi e le comodità della Fortezza dei Mari. Erano nati pirati ma con Perrin al comando avevano messo da parte la loro ferocia negli arrembaggi dedicandosi invece all'esplorazione di terre perdute e di profondi fondali marini, sempre ricercando fama, gloria e ricchezze. Infine si erano uniti ai Cavalieri Erranti nella continua lotta contro le gilde assasine che minavano la libertà degli abitanti di Archavion.
    Adesso voci mal celate mettavano in dubbio il suo comando e le sue capacità...
    Basta, occorreva rimettersi in gioco, darsi un obiettivo... niente di meglio che recuperare il loro simbolo perduto!!

    Nel frattempo alcune delle vedette degli Esploratori avevano avvistato tempo addietro il Galeone perduto in un punto di mare tra i ghiacci e le distese infinite del mare del Nord, in navigazione solitaria, apparentemente deserto.
    Ma tutti loro conoscevano bene le oscure presenze che infestavano il veliero...
    Radunati coloro che ancora avevano desiderio d'avventura, e notò che erano una nutrita schiera, diede inizio ai preparativi per la partenza.
    In dieci giorni la sua flotta fu pronta a salpare.
    Decisi a dare il meglio di sé, gli Esploratori delle Acque Profonde partirono quindi per il lungo viaggio che li separava dal loro obiettivo.
    Il viaggiò fluì sereno per due settimane.
    Il sedicesimo giorno di navigazione, scorgendo le coste della città di Hope, fumi neri si levarono in cielo. Ciò li inquietò, ma proseguirono senza indugi.
    Andò tutto bene fino al ventritreesimo giorno, quando si trovarono in vista del porto di Despair: un lungo ed assordante boato precedette un terremoto che devastò la città e sconvolse le acque dell'oceano. Le loro navi ressero l'urto con le onde ma il dubbio serpeggiava e già alcuni sussurravano parole frasi con "Armageddon" o "Ragnarok"...
    A ciò seguirono di lì a poco terribili sconvolgimenti delle terre che si profilavano davanti ai loro occhi e da lontano poterono ammirare la nascita di incredibili vulcani e la terra che si frantumava ed esponeva le sue viscere.
    Poi sembrò tornare la calma.
    Perrin temeva per il morale dei suoi e convocò il suo Comando al castello di prua. Uno ad uno fissò i suoi amici e compagni di mille avventure: Red Dragon, Eneru, Aluthyra, Thalion, Balmas, Saladin, Aladin, Violence, Dracy, Marthor, Ducan.
    Nei loro occhi un accenno di tensione... ma sapeva che aveva il loro appoggio, cosi parlò apertamente:
    CITAZIONE
    "Il Galeone ci ha nuovamente salvati, risparmiandoci inspiegabilmente dalla collera degli dei. Continueremo a cercarlo affidandoci alla loro clemenza!!"

    Confermato il consenso dei suoi, il viaggio continuò, seppur con difficoltà.
    La terra, ed ora anche l'oceano, erano sempre più instabili. Nessuna notizia od informazione poteva giungere loro sul destino di Archavion e dei loro cari.
    E poi avvenne: una vedetta scorse un mastodontico veliero solitario, con le vele strappate e consunte. Avvicinandosi, si accorsero che la Revenge irradiava un'aura maledettamente ostile. In lontananza si udivano urla mostruose e strazii disumani. La terra si sollevò dunque dalle acque, mettendo a dura prova le piccole navi già malconce, e li spinse verso il Galeone.
    Più si avvicinavano, più tutto diveniva chiaro: un gigantesco portale nero aveva divelto l'albero maestro e torreggiava sul galeone emanando pura malvagità. Perrin constatò che il loro fato era giunto ed ordinò di procedere senza indugi verso il Galeone.
    Affrontando il loro destino, gli Esploratori occuparono la Revenge e si scontrarono con forze sconosciute e malvage per ore, forse per giorni, senza mai che una parte o l'altra prevalesse.
    Infine, per il capriccio di un dio o per semplice fortuna, il portale si illuminò improvvisamente quando oramai i poveri marinai erano stremati ed una forza immane, catturandoli, li fece sprofondare in un limbo lucente e rassicurante, perdendoli nei loro sogni.
    A quanto pare il dio che credevano malvagio e che aveva loro sottratto il Galeone in realtà li aveva predestinati per essere gli unici sopravvissuti di Archavion.

    ***********************************************************

    Fu cosi che dopo un tempo indefinibile, increduli, si svegliarono in un nuovo mondo che in cuor loro sapevano già chiamarsi Sosaria.
    Sosaria... nella sua mente ancora intorpidita, Perrin cercò di mettere a fuoco i suoi ricordi, rimestando nelle sue memorie, e capì che la terra in cui adesso erano giunti era la terra dei loro avi, perduta dopo che un pari cataclisma ne aveva sconvolto le fondamenta in un lontano passato.
    Ma come era possibile tutto ciò? Solo loro erano scampati al fato di Archavion? E chi o cosa era l'artefice di questo miracolo?
    Si ripromise di andare più a fondo nella questione in un secondo momento.

    Guardandosi attorno si accorse che Sosaria era meravigliosa, ricca di fauna e flora variopinte di sgargianti colori e di specie mai viste.
    Lieto di essere vivo ed in salute, radunò i suoi, rapiti ma spaesati e smarriti come lui da questo nuovo mondo: doveva dar subito loro qualcosa da fare.
    Si accordarono quindi per costruire un campo, scavarono fossati e latrine. Poi, spinti dal loro innato senso d'avventura si divisero in piccoli gruppi ed esplorarono quella terra misteriosa, lasciando i più di guardia all'accampamento.
    All'imbrunire, il gruppo di Eneru raccontò di aver trovato segni di civiltà in un avamposto fortificato a nord-ovest, chiamato Northgard.
    Il gruppo di Red Dragon informò Perrin di aver incontrato un uomo dall'aspetto rude, che parlando in uno strano accento, aveva offerto loro cibo ed amicizia dichiarando di essere un Figlio dei Ghiacci.
    Black Sun, questo era il suo nome, aveva inoltre insistito per un incontro con il loro jarl Tristano, colpito dalle storie di questi uomini stranamente abbigliati e male in arnese.
    Balmas ed i suoi riportarono infine che, fermatisi a riposara in una locanda, avevano sentito meraviglie su una città dell'ovest chiamata Camelot.

    Perrin fu contento di apprendere tali notizie. Nonostante la dovuta cautela in casi come questo, poter contare su un aiuto valido era molto più di quanto potesse mai sperare. Dentro di lui si scatenò un cocente desiderio di rinascita ed affermazione. Ricominciare di nuovo dal nulla era una sfida irripetibile per lui ed i suoi. Niente sarebbe cambiato: avventura, gloria e libertà sarebbero stati sempre gli ideali che ardevano nei loro cuori e che avrebbero mosso le loro future azioni, sempre nel rispetto ed in difesa delle libere genti di Sosaria.

    Rincuorati, gli Esploratori quella notte riposarono serenamente con un occhio aperto e ben vigile, consapevoli dei pericoli che li circondavano ma grati di essere sfuggiti al triste destino di Archavion.
    Dopo pochi giorni furono ricevuti a Northgard da Tristano e dai Figli dei Ghiacci. Accolti come amici e fratelli dalle fiere genti del Nord, stipularono un solenne giuramento di alleanza e di reciproco sostegno, sancito infine da festosi e solenni banchetti.
    Una nuova e promettente vita iniziava quindi in un continente sconosciuto ma di sicuro ricco di sorprese e misteri da scoprire. Niente di meglio per un vero SK!!

    Edited by Michaelangelo - 7/4/2017, 15:13
     
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  2. Michaelangelo
     
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    CAPITOLO I

    410 Zoe 8
    Dopo i grandi festeggiamenti che sancirono l'alleanza tra gli Esploratori ed i Figli dei ghiacci, tutto tornò lentamente alla normalità.
    Con grande generosità, Tristano aveva donato loro un'ala della sua immensa Dimora e gli Esploratori non disdegnarono, dopo tanto tempo, un degno riposo al riparo dai pericoli.
    Qualche giorno dopo, Perrin riunì nuovamente il Quadro per fare il punto della situazione con i suoi.
    Red Dragon esordì dicendo:
    CITAZIONE
    "Amici, a lungo in questi giorni di festa Perrin, me stesso ed Ithan abbiamo discusso.
    Ebbene, dopo essere stati in balìa del Fato per giorni e giorni, adesso la Fortuna ci sorride tributandoci le nostre sudate ricompense.
    E' però giunto il momento di riprendere la nostra Via.
    Le nostre perdite sono state ingenti ma la nostra risolutezza supera di gran lunga le nostre preoccupazioni.
    A due mesi da adesso daremo inizio alla Cerca!".

    Furono tutti lieti di ascoltare tali parole e, ansiosi di poter esplorare finalmente Sosaria, tornarono alle loro faccende quotidiane con cuore sollevato.
    Grazie alle risorse concesse nel frattempo dallo Jarl dei Ghiacci, e dopo essersi definitivamente ristabiliti, Perrin inviò i Suoi per mare con quattro navi guidate dai suoi Ambasciatori, armati e pronti ad ogni evenienza, seguendo i quattro punti cardinali.
    Trascorsero alcune settimane e gli Esploratori fecero ritorno a Northgard.
    Il gruppo guidato da Aladin giungeva da Nord e riferì che dopo aver percorso i Mari ed affrontato numerose bestie marine, aveva deciso di fare ritorno senza aver mai scrutato terra all'orizzonte.
    Telarin, proveniente da Sud, riferì di aver fatto tappa su due isole, Moonglow e Nujel'm e di aver visitato le rispettive magnifiche città, godendo della ospitalità degli Akritoi e dei MeF. Terre però fortemente occupate.
    Da est fece ritorno Ithan raccontando di un'isola ghiacciata a poche leghe da Northgard chiamata Asgard, fredda ed inospitale.
    Per ultimo da ovest arrivò la nave di Balmas, malmessa.
    Balmas era un uomo schivo e di poche, ma utili, parole. Quella volta il suo rapporto fu un fiume in piena:
    CITAZIONE
    "Dopo alcuni giorni di navigazione - disse - ci imbattemmo in una terra prospera e ricca.
    Subito mi fu chiaro che si trattava della terra di Camelot di cui ci avevano detto i Figli dei Ghiacci.
    Approdati a distanza di sicurezza dalla città, a stento trovammo segni di civiltà sul nostro cammino verso Camelot.
    La terra era splendida ma qualcosa di grave era accaduto ed adesso versava in uno stato pietoso: strade dissestate, villaggi abbandonati, terre incoltivate.
    Deciso a chiarire l'enigma, guidai avanti i miei uomini con l'aiuto di San Ducan e di Ragnar. Giunti in vista delle mura di quella superba città, mandai avanti questi ultimi in esplorazione.
    Dei dodici uomini inviati, solo in sei fecero trasportando due lettighe di fortuna con Ragnar e Ducan legati ed imbavagliati poiché colpiti da follia idrofoba.
    Matoriv e Kentar riferirono di essere stati attaccati senza alcun preavviso.
    Giunti in una Camelot deserta furono assaliti da uno squadrone di uomini incappucciati e vestiti di nero e guidati da potenti stregoni che scgliarono su di essi i più micidiali attachi che avessero mai visto, facendo strage tra le loro fila e facendone impazzire alcuni.
    Non pronti a tali eventi e ridotti cosi facilmente di numero, dovettero fuggire.
    Perrin, Camelot è perfetta per i nostri scopi ma questo male deve essere epurato.
    Inoltre la città gode di una posizione strategica all'interno di una vallata, circondata da montagne ricche di minerali e risorse".

    Fiero dei suoi, Perrin annuì.
    Era ora di tastare veramente il polso dei nuovi alleati. Decise dunque di chiedere udienza a Tristano, il quale ebbe conferma dei suoi sospetti: Camelot era veramente caduta nelle mani degli Ebon Hand.
    Era un fatto inaccettabile ed i Figli dei Ghiacci avrebbero dato con onore man forte agli Esploratori, se Perrin avesse deciso di scacciarli dalla città.

    Edited by Michaelangelo - 27/1/2017, 11:01
     
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  3. Michaelangelo
     
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    CAPITOLO II

    410 Probitas 10

    Tempo era passato ed ormai gli Esploratori avevano fatto di Sosaria la loro nuova casa.
    Riorganizzati ed aiutati dalle rozze tribù barbare, erano cresciuti in numero riunendo tutti i dispersi.
    Albano, Destroyer, Chronos, Sara e Lucinda erano apparsi nell'isola di Moonglow e si erano uniti a Telarin nel suo viaggio di ritorno a Northgard.
    Molto ormai era perduto, ma la speranza restava salda nei loro animi.
    Perrin Aybara, Red Dragon ed Ithan Iscariota quel giorno stavano seduti al fuoco di Tristano.
    In discussione vi erano la presa di Camelot ed i recenti astii con i barbari.
    In vero, dopo l'iniziale accoglienza, il calore dapprima emanato dai Figli dei Giacci si tramutò in freddo glaciale di fronte al secco diniego da parte del Quadro di riunire le due comunità in un'unica, grande ma male assortita nazione. Per troppo tempo gli Esploratori avevano dettato il bello ed il cattivo tempo su Archavion e benché grati ai barbari, fieramente si tenevano a distanza da loro.

    Ma con una eccezione.
    Dopo essere stato curato dalla sua idrofobia da una witch barbara, il grande Ducan - unico tra gli Esploratori - decise nella sua mente oramai compromessa di tradire i suoi compagni, irretito dalla strega e sopraffatto dalla sua follia.
    Era stato incatenato per giorni perchè reso idrofobo da un sortilegio della Mano d'Ebano, gridando sempre una sola assurda parola:
    CITAZIONE
    "icspyriens".

    Nessuna cura avrebbe potuto rimediare al danno ormai fatto. Lasciarono quindi il vecchio compagno a vagare per Northgard cantilenando sempre la stessa oscura filastrocca, con gli occhi fissi nel nulla:
    CITAZIONE
    "Se dovemo fa icspyriens, gnafamo. Se non dovemo fa icspyriens, gnafamo. ICSPYRIENS compah, compah, compaaaaah."

    Dal conto loro gli Ice non gradivano le particolari personalità che si trovavano tra gli Esploratori ed iniziarono a mostrar loro i denti, incapaci a quanto pare di mezze misure.
    Con tali presupposti, Perrin si rese conto che mai sarebbe durata un'allenza e giammai una fusione.
    Alzotosi repentinamente, disse:
    CITAZIONE
    "Jarl dei Ghiacci, abbiamo preso la nostra decisione. I recenti accadimenti ci spingono ad affrettare i tempi. La tua gente ha deciso che non siamo più ospiti graditi.
    Non vogliamo che i nostri rapporti si guastino ulteriormente, ma ciò che inizialmente ha reso uniti i nostri popoli, adesso sembra essere svanito. Domattina intraprenderemo la nostra marcia su Camelot.".

    CITAZIONE
    "Non preoccupartene amico del sud - rispose Tristano - la nostra compagnia un giorno avrà una fine, come ogni cosa. Per adesso bevi con me! Bevete tutti!"

    CITAZIONE
    "Prima di alzare il mio calice alla tua salute, devi giurarmi che, come promesso, verrete in nostro aiuto se chiamati! Il nostro bardo, Albano, possiede il corno di Valith. Il suo magico suono si propaga per miglia e miglia e se sarà necessario lo farò suonare. Giura che verrete!" - aggiunse con foga Perrin.

    CITAZIONE
    "GIURA!!!" - aggiunsero in coro Red ed Ithan.

    Tristano parve esitante, riflettè per un attimo. Black Sun si avvicinò al suo Jarl e sussurò qualcosa al suo orecchio.
    Scosso, Tristano rispose:
    CITAZIONE
    "Come promesso, giuro di venire in vostro soccorso al minimo suono di corno".

    Per nulla rassicurati, ritornarono tra i SeeK mormorando preghiere protettive e scongiuri contro i demoni che infestavano le loro menti.
     
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  4. Michaelangelo
     
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    CAPITOLO III - La presa di Camelot

    410 Probitas 24

    Fu cosi che gli Esploratori abbandonarono Northgard per seguire le proprie ambizioni.
    Sebbene salutati con tutti gli onori dai Figli dei Ghiacci, in molti di essi gli Esploratori notarono astiosi sguardi di disapprovazione.
    Black Sun li aspettava ad una lega dalla città e chiese di conferire con il Quadro.
    Perrin, Red ed Ithan lo accolsero allegramente ma notarono subito lo sguardo preoccupato e serio del loro amico.
    CITAZIONE
    "Non con liete notizie giungo a Voi, amici. Le nostre vedette hanno scorto ingenti movimenti di truppe nei pressi di Camelot. Fate molta attenzione e non fidatevi di nessuno - aggiunse guardando fisso negli occhi di Perrin - Che i vostri dei ed antenati vi proteggano dalla Mano d'Ebano!"

    CITAZIONE
    "Vecchio amico, sempre ci fideremo di te. Terremo bene a mente le tue parole. Viaggia con noi fino ai confini di Northgard" disse Ithan.

    CITAZIONE
    "Devo preparare i miei uomini al peggio, Iscariota. Torno in città ma il mio cuore è con voi. Fate che Albano possa suonare il suo corno e presto ci rivedremo, addio!"

    Non fidarsi di nessuno... Perrin ripensò al fortuito incontro di Ithan, poco tempo addietro, con alcune vecchie conoscenze di Archavion giunte a Sosaria con altri portali. Shura, Altares e Darksujter lo avevano sorpreso mentre esplorava i dintorni di Northgard. Aveva visto nei loro occhi la luce nefasta degli assassini ed aveva capito che per loro non c'era speranza ormai.
    Ma essi però avevano tenuto d'occhio i vecchi amici da quando erano giunti a Northgard, sfuggendo con difficoltà alle ronde degli Ice.
    Sbigottito, dalle mani di Shura aveva ricevuto rapporti dettagliati su truppe, armamenti, fortezze e personaggi chiave della Mano d'Ebano.
    Darksujter ed Altares gli descrissero le mura di Camelot e gli fornirono preziose informazioni sulle vie d'accesso, dispensando consigli ed avvertimenti. Si salutarono dunque promettendosi di ritrovarsi presto.
    Di chi fidarsi allora?
    Roso dal dubbio proseguì il viaggio verso Camelot.
    Giunti in vista della roccaforte, le vedette degli Esploratori si imbatterono in un viandante che diceva di chiamarsi Rutha.
    Perrin comandò ai suoi uomini di stare all'erta e rafforzò i presìdi ai lati della carovana mandando esploratori nel raggio di mezza lega in tutte le direzioni cardinali.
    Rutha aveva l'incedere incerto di chi si dedica al vizio ed uno sguardo malizioso. Con parole imbonitrici invitò gli Esploratori a visitare la città, consigliando locande e luoghi di ristoro.
    Li accompagnò dunque alle porte di Camelot, aperte e senza guardie. Una litania risuonava tra le case deserte. Entrarono dentro la città come presi da un sortilegio quando Albano, stordito, si accorse dell'inganno ed intonò una melodia che fece riscuotere i suoi compagni. Si accorsero di essere circondati. Rutha era scomparso ma sentirono la sua malefica risata nell'aria...
    Subito presero mano alle armi ed una sanguinosa battaglia ebbe luogo.. Si arroccarono nella piazza principale, difendendone gli accessi e subendo ingenti perdite.
    Albano suonò il corno di Valith.
    Ithan fece disporre alcuni guerrieri in quadrato attorno a lui ed iniziò il suo incantesimo per abbattere il campo di forza che avvolgeva Camelot e consentire ai Figli dei Ghiacci di aprire i loro portali.
    La calca della Mano d'Ebano sembrava non avere mai fine. Dalle loro retrovie giunsero dapprima i Capitani, poi i Generali.
    Tutti caddero per mano degli Esploratori, stremati dallo sforzo e ridotti drammaticamente di numero.
    Infine giunse il Comandante della Mano, un colosso nero vestito di ferraglia che con il suo rozzo spadone falciava le fila dei Seek.
    Posseduto da una magia inarrestabile, era impossibile arrecargli danno.
    Perrin vide la disperazione negli occhi dei suoi.
    Sentì Ithan che gridava per lo sforzo di tenere aperto un varco nel campo di forza avversario:
    CITAZIONE
    "Dove sono i nostri alleati Perrin? Red dov'è Albano, che suoni il suo corno!!"

    Improvvisamente vide Black Sun sbucare dal nulla, seguito da un manipolo di barbari.
    CITAZIONE
    "Dov'è il resto dei tuoi, Black Sun - gridò - perchè lasciate che i vostri alleati periscano?"

    Black Sun parò la lama che scendeva rapida verso Perrin ed uccise il suo portatore. Poi girò le spalle a Perrin e con i suoi stregoni intessé un incantesimo che spezzò le difese del Comandante, che poco dopo cadde rovinosamente al suolo, finalmente raggiunto dalle armi dell'Alleanza.
    Raggiunto quindi il Municipio della roccaforte, lo occuparono, difendendolo strenuemente.
    Infine il campo di forza cadde e solo sbandati della Mano rimasero in città.
    Black Sun richiamò i suoi e si preparò per tornare a Northgard.
    CITAZIONE
    "Ho onorato le mie promesse - disse - ma abbiamo scoperto dei vostri amici assassini. Non possiamo tollerarlo, amici"

    CITAZIONE
    "Amici.... Siete solo in pochi, Black Sun. Siamo in debito con te ma non con la nazione Barbara. I Figli dei Ghiacci ci hanno dunque tradito alla fine. Dov'è Tristano? Dov'è Horus?"

    Improvvisamente si aprì un altro portale ed una compagnia di barbari fece il suo ingresso al palazzo guidati da uno sconosciuto barbaro che diceva di essere Intes-tino, portavoce dello Jarl. Guardando in cagnesco Black Sun, portò dei miseri doni, sprezzante di chi si trovava di fronte.

    Perrin, Red, Ithan, Telarin, Smaug e tutti i SeeK rimasti, allibiti, riconobbero in lui la recluta che poco tempo addietro era stata accolta nei Figli dei Ghiacci.
    CITAZIONE
    "Capisco - disse Perrin - lo Jarl manda te, un infimo soldato, a discutere con ME dei nostri destini. Esploratori! Lo Jarl manda il suo cosiddetto meglio - il MEGLIO - dei suoi uomini quando tutto è già finito - rise amaramente".
    "Torna pure alla tua casa, inutile recluta, con te ho già concluso perché è meglio io non inizi. Le mie mani sono ancora sporche di sangue ed il mio orgoglio ribolle. Riferisci al tuo signore che un affronto simile non sarà mai dimenticato."


    Edited by Michaelangelo - 27/1/2017, 13:35
     
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